[box type=”info” size=”large”]Petizione all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani per chiedere la fine immediata dell’espianto forzato di organi dai praticanti del Falun Gong in Cina[/box]
[twocol_one]
Petizione
forme di firma in altre lingue
[machform type=iframe id=20088 height=960]
Le informazioni di contatto richieste saranno usate solo nel contesto di questa petizione. Le informazioni di contatto non saranno divulgate a terzi. Io sottoscritto, consento all’organizzazione Medici contro il prelievo forzato di organi (dafoh.org) di avere l’originale o la copia della mia dichiarazione firmata e di presentarla al Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, all’Organizzazione Mondiale della Sanità, alla Società dei Trapianti, a tutti i governi e parlamenti, e altre organizzazioni affidabili per contribuire a fermare l’immorale atrocità degli espianti di organi in Cina.
[/twocol_one] [twocol_one_last]
[tabs] [tab title=”Petizione”]Petizione
(La preghiamo di sottoscrivere questa petizione entro il 15 settembre 2018.)
Noi, sottoscritti, siamo allarmati dell’evidenza di espianto forzato di organi dai praticanti del Falun Gong detenuti in Cina. Siamo consapevoli che l’espianto forzato di organi da praticanti del Falun Gong detenuti è una forma terribilmente malvagia di persecuzione contro questa pacifica disciplina spirituale e con la presente chiediamo all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani:
- Di richiamare la Cina a porre immediatamente fine all’espianto forzato di organi dai praticanti del Falun Gong detenuti in Cina.
- Di avviare ulteriori indagini che portino di fronte alla giustizia gli autori coinvolti in questo crimine contro l’umanità.
- Di richiamare il Governo cinese a porre immediatamente fine alla brutale persecuzione del Falun Gong, che è la causa principale dell’espianto forzato di organi dai praticanti del Falun Gong.
[/tab] [tab title=”Contesto”]Contesto
La Repubblica Popolare Cinese (RPC) è il secondo Paese al mondo per numero di trapianti di organi eseguiti in un anno; ancora in Cina non esiste un programma pubblico di donazione di organi o un sistema di distribuzione di organi sufficiente e la popolazione cinese ha una avversione culturale alla donazione.
Resta inteso che i medici nella Repubblica Popolare Cinese hanno cominciato a condurre i trapianti utilizzando organi raccolti da prigionieri giustiziati nel 1980. Nel giugno 2001, il cinese Dr. Wang Guoqi ha testimoniato davanti alla Sottocommissione Affari Internazionali della Camera USA che gli ospedali hanno lavorato in collusione con le agenzie di sicurezza dello Stato per estrarre organi dai prigionieri giustiziati senza il consenso scritto dei donatori. Questi trapianti sono diventati una fonte redditizia di guadagno per gli ospedali cinesi.
La pratica di approvvigionamento degli organi dai prigionieri non consenzienti è una violazione dell’etica medica ed è stata condannata da organizzazioni mediche internazionali, come la WMA, la TTS e la Comunità dei Trapianti.
Al fine di proteggere le loro famiglie ed i colleghi durante la detenzione, molti prigionieri del Falun Gong si rifiutano di fornire i loro veri nomi o altre informazioni di identificazione. Questo li rende un bersaglio maggiore per l’abuso di trapianto.
Nel 2006, gli investigatori canadesi per i diritti umani, l’avvocato David Matas e l’ex segretario di Stato per Asia-Pacifico David Kilgour, hanno condotto un’inchiesta sulle accuse di espianti di organi dai praticanti del Falun Gong. Sulla base di ampie prove circostanziali, la loro relazione ha concluso che le accuse erano vere e che decine di migliaia di praticanti del Falun Gong potrebbero essere stati uccisi per i loro organi.
Nel loro libro Bloody Harvest, i signori Matas e Kilgour citano una registrazione telefonica del 2006 di un medico di un ospedale cinese:
Chiamante: Vorrei sapere quanto tempo [i pazienti] devono aspettare [per un trapianto di fegato].
Dai: La fornitura di organi che abbiamo, ce l’abbiamo ogni giorno. Lo facciamo ogni giorno.
C: Vogliamo quelli freschi, vivi.
D: Sono tutti vivi, tutti vivi…
C: Ho sentito che alcuni provengono da quelli che praticano il Falun Gong, da quelli che sono molto sani.
D: Sì, ce l’abbiamo. Non posso parlare apertamente con lei al telefono.
C: Se potete trovarmi questo tipo, verrò molto presto.
D: Ok. La prego, venga.
Dopo il 1999, un incremento esponenziale dei trapianti in Cina ha coinciso con l’inizio della persecuzione illegale e brutale dei praticanti del Falun Gong. In assenza di un programma pubblico di donazione degli organi e di una diminuzione del numero di esecuzioni, i praticanti del Falun Gong detenuti sono divenuti parte di una banca di donatori viventi, pronti per essere oggetto di espianto di organi su richiesta. Hanno contribuito a più di 10.000 trapianti all’anno in Cina.
Durante la detenzione i praticanti del Falun Gong sono sottoposti a visite mediche, come esami del sangue, delle urine, radiografie ed esami fisici. È improbabile che questi esami siano motivati da preoccupazioni di assistenza sanitaria, dal momento che i praticanti del Falun Gong detenuti sono soggetti a persecuzione e tortura. Non è plausibile che i centri di detenzione sostengano spese extra per gli esami, a meno che non vi siano ritorni finanziari.
Vi è una notevole discrepanza tra il numero di trapianti di organi eseguiti in Cina e il numero di fonti di organi identificabili tra i condannati a morte. Il governo della RPC non è riuscito a spiegare adeguatamente le fonti di questi organi.
I funzionari del Partito Comunista Cinese sono complici nel prelievo forzato di organi dai praticanti del Falun Gong. Nel 2012, David Matas ha detto alla conferenza annuale della IAGS ( International Association of Genocide Scholars) a San Francisco:
«Il 30 novembre 1999, l’Ufficio 610 [in Cina] richiamò più di 3.000 funzionari nella Grande Sala del Popolo nella capitale per discutere la campagna contro il Falun Gong, che in quel momento non stava andando molto bene. Le manifestazioni continuavano in Piazza Tiananmen. Il capo dell’Ufficio 610, Li Lanqing, annunciò la nuova politica del governo sul movimento: diffamare la loro reputazione, rovinarli finanziariamente e distruggerli fisicamente.
Un appello a distruggere fisicamente i praticanti del Falun Gong è un invito al genocidio. Non è chiaramente un richiamo al genocidio attraverso l’approvvigionamento dei loro organi. Tuttavia, quando si verifica un approvvigionamento nel contesto di un invito alla distruzione fisica, le due cose dovrebbero essere collegate. L’approvvigionamento di organi è il mezzo. La distruzione fisica è l’intento».
Sotto la forma di «esecuzione dei prigionieri», uccidere la gente per raccogliere i loro organi per il trapianto è un crimine contro l’umanità e una violazione dell’etica medica. La domanda di organi da trapiantare non deve giustificare i mezzi.
I praticanti del Falun Gong, il gruppo più grande di prigionieri di coscienza in Cina, sono gli obiettivi principali di questo crimine contro l’umanità.
[/tab] [/tabs]
[/twocol_one_last]